Ordine del giorno Banche venete – rassegna stampa La Nuova Venezia

nuova venezia banche«Abbiamo messo il sistema bancario in sicurezza, ad esempio con l’operazione sulle banche popolari, per evitare gli autentici scandali che si sono registrati e che spero portino ad avere responsabili. Non devo essere io a giudicare, ma mi auguro che le azioni di responsabilità necessarie si facciano. Ogni riferimento al Veneto è puramente voluto…». Il premier italiano Matteo Renzi durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Europeo di ieri sulla Brexit, torna alla carica. «Altro che piacere alle lobby, io l’unica lobby cui appartengo è quella degli scout, abbiamo fatto l’interesse dei consumatori, dei cittadini e dei correntisti: se la riforma delle banche popolari si fosse fatta 25 anni fa, non si sarebbe verificato quello che è successo nel Nord-Est». Un concetto ribadito anche nelle scorse settimane. Mentre a Bruxelles il premier italiano rispondeva alle domande dei giornalisti sulle banche italiane («Siamo pronti a fare tutto il necessario per salvaguardare la sicurezza di clienti e cittadini, questa è la priorità»), alla Camera è stato approvato il “decreto banche”, che introduce nuove norme per il sistema creditizio e definisce i criteri per gli indennizzi dei risparmiatori delle quattro banche (Carife, Etruria, Marche e Carichieti). E proprio su questo “modello” si sono mossi i deputati veneti del Pd per chiedere al consiglio dei ministri di valutare una qualche forma di indennizzo per chi, risparmiatori e imprese, con le azioni di Veneto Banca e Popolare di Vicenza hanno perso tutto. E il Governo ha accolto l’ordine del giorno predisposto dalla deputata trevigiana Simonetta Rubinato (e sottoscritto dai colleghi del Pd Borghi, Ginato, Moretto, Rotta, De Menech, Mognato, Zardini, Naccarato e Palese del gruppo Misto Conservatori e Riformisti). La richiesta è di «assumere con urgenza tutte le iniziative opportune a tutela delle imprese esposte con i predetti istituti al fine di salvaguardare la continuità del sistema produttivo veneto e non solo, anche attraverso i meccanismi di garanzia e co-garanzia previsti dalle vigenti leggi. E inoltre valutare la possibilità di estendere in futuro, se ci fossero le medesime condizioni, le misure volte al ristoro degli investitori dei quattro istituti di credito in liquidazione anche agli investitori delle due banche venete. E infine introdurre misure di tutela delle imprese esposte con affidamenti presso Veneto Banca e Popolare di Vicenza che si trovano oggi in crisi di liquidità». Ciò che preoccupa i firmatari dell’ordine del giorno sono anche le ricadute economiche che la crisi dei due istituti di credito sta provocando sul tessuto produttivo del Veneto e non solo. L’obiettivo della commissione d’inchiesta o di indagine da costituirsi è poi di «accertare fino in fondo le responsabilità di chi ha portato Veneto Banca e Popolare di Vicenza sull’orlo del fallimento». Tra le richieste dei deputati veneti «anche un rafforzamento delle risorse umane e strumentali necessarie all’operatività degli uffici giudiziari preposti alle indagini nei confronti dei vertici aziendali». Critico invece sul decreto «banche» il deputato vicentino della Lega Nord Filippo Busin. «Dal provvedimento sulle banche popolari al bail-in, fino a quest’ultimo orrore, il governo Renzi, in materia bancaria, ha dato il peggio di sè. Noi diciamo no a un decreto superficiale»ha detto l’esponente veneto del Carroccio. Critiche da Renzi anche dal senatore di Fi Marco Marin. «Il premier è un Robin Hood alla rovescia». E Brunetta ha rincarato la dose.

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