SGRAVI CONTRIBUTIVI ALLE IMPRESE DI CHIOGGIA E VENEZIA: IN COMMISSIONE PROPOSTA DI LEGGE PER RISOLVERE L’ANNOSO PROBLEMA: “OBIETTIVO DARE RISPOSTE A IMPRESE PREOCCUPATE E DISILLUSE”

Si incardina oggi in Commissione Lavoro la proposta di legge volta a risolvere l’annosa questione degli sgravi contributivi per molte aziende di Chioggia e Venezia. Depositato lo scorso marzo su iniziativa della deputata Pd Sara Moretto, il testo si propone di dare una risposta alle centinaia di aziende messe in crisi dall’ammontare degli interessi che sono chiamate a versare.

La vicenda ha origine nel 1997 “quando sono stati concessi sgravi dei contributi sociali a imprese situate nel territorio di Venezia e Chioggia in applicazione dell’articolo 1 del decreto ministeriale 5 agosto 1994 per un ammontare medio annuo di 73 miliardi di lire, l’equivalente di 37,7milioni di euro” si legge nella proposta di legge. Di questi sgravi hanno beneficiato 1.645 imprese. Altri 567 milioni di lire (292.831 euro) di sgravi sono stati concessi a 165 imprese ai sensi dell’articolo 2 dello stesso decreto. L’Unione Europea ha però ritenuto questi sgravi “aiuti di Stato” illegittimi e quindi condannato l’Italia al pagamento di pesanti penalità. Con la legge n. 228 del 2012 l’allora Governo Monti stabilì per le aziende coinvolte il versamento degli interessi composti.

“Le imprese con cui ho avuto più volte occasione di confrontarmi, disponibili a pagare i contributi non versati, sono però molto preoccupate per quanto riguarda il pagamento degli interessi, perché verrebbero messe in ginocchio – commenta l’on. Moretto -. Disperate e disilluse per le mancate risposte di questi anni, da ultima la mancata approvazione di un emendamento ad hoc che era stato presentato nella Legge di stabilità. Ecco perché abbiamo depositato questa proposta di legge che contiamo possa avere un iter molto veloce e giungere ad approvazione in breve tempo per chiudere definitivamente una questione che si trascina da troppi anni. In base a questo testo – conclude Moretto – le aziende sarebbero tenute a pagare gli interessi semplici,  soluzione che permetterebbe loro di mettersi in regola senza soffocare”.

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