Profughi, il resoconto dell’audizione (la Nuova Venezia)

profughi-conettaIl centro di accoglienza profughi di Conetta è uno dei più critici del Veneto. Lo ha precisato il prefetto Domenico Cuttaia ieri a Roma in audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sull’immigrazione, richiesta dall’onorevole Sara Moretto (Pd). Il prefetto ha anche confermato che non ci saranno hub provinciali a Chioggia, nell’ex base missilistica di Ca’ Bianca, né a Abano come si ipotizzava nei giorni scorsi. Cuttaia ha sciorinato cifre e situazioni ricordando come i centri governativi di accoglienza, realizzati nelle caserme dismesse, a Cona, Treviso e Bagnoli, che ospitano 2614 richiedenti asilo sui 12.328 totali, sono quelli più critici, in cui le situazioni rischiano di esplodere. «In queste caserme si stanno realizzando degli hotspot regionali», precisa Cuttaia, «molto dipende dalla resistenza che stanno ponendo le autonomie locali. I profughi sistemati nelle strutture in accordo con i comuni sono solo 434, il grosso si trova in strutture private con cui abbiamo convenzioni e nei centri governativi, dove la situazione è quella più preoccupante». Cuttaia ha anche confermato l’impossibilità di sistemare profughi a Ca’ Bianca perché l’ex base è ancora di proprietà del Demanio militare, provocando diffusi sospiri di sollievo in città. La notizia ha rasserenato i residenti che si stavano preparando a varie mobilitazioni per dimostrare la contrarietà, ma anche il sindaco Alessandro Ferro, che nelle scorse settimane aveva chiesto che a Chioggia non arrivassero più profughi, e le sigle del turismo. Cuttaia ha spiegato che il sito non è utilizzabile e, se anche lo fosse, non potrebbe mai diventare un centro di smistamento di grandi dimensioni perché gli stabili non sono agibili e si potrebbe sistemare solo una sessantina di persone in moduli abitativi da mettere in cortile. Passato il pericolo, ieri mattina è stata annullata la partecipazione dei residenti alla trasmissione “Dalla vostra parte” di Retequattro prevista per ieri sera. «Siamo molto sollevati», commenta il presidente del comitato, Davide Tiozzo, «abbiamo vissuto giorni di grande apprensione. Non si tratta di essere razzisti, Chioggia si è sempre dimostrata accogliente e rispettosa delle linee governative, già negli anni Settanta quando abbiamo accolto gruppi di rifugiati vietnamiti. E lo è anche oggi con i nuovi profughi, bisogna però tenere conto dei contesti e dei numeri. A Ca’ Bianca non ci sono le condizioni per accogliere al meglio queste persone». Sollevato dalla notizia anche Ferro che ora attende un riscontro ufficiale alle parole di Cuttaia. «Se Ca’ Bianca non è utilizzabile siamo ben contenti», spiega il sindaco, «visto che avevo sollevato il problema qualche settimana fa con una lettera al prefetto, mi attendo anche una risposta scritta. Aspetto anche di sapere se interverrà alla commissione consiliare sul tema che terremo lunedì (alle 16 in municipio) per fare il punto della situazione». La commissione era stata richiesta dai consiglieri di opposizione Romina Tiozzo Compini (Chioggia è libera) e Marco Dolfin (Lega) per discutere dell’emergenza, ora rientrata, di Ca’ Bianca, ma dato che Chioggia comunque ospita più di cento profughi l’incontro si terrà comunque per fare un bilancio.

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