#LaBuonaScuola è legge!
9 luglio 2015
Dopo un lungo confronto ed un’intensa discussione, la riforma de #labuonascuola è finalmente legge.
Più autonomia, maggiore offerta formativa; diritto allo studio; lotta a disuguaglianze, abbandoni e dispersione; alternanza scuola – lavoro; scuola digitale; istituti moderni e sicuri; oltre 100.000 assunti subito e concorso per altri 60.000. Queste e molte altre le novità >> http://bit.ly/1LTRBGV
Far ripartire il Paese significa soprattutto investire sull’istruzione. Avanti così!
Qui domande&risposte che sfatano miti e che fanno un po’ di chiarezza.
1) QUALI SONO I POTERI DEL DIRIGENTE SCOLASTICO? HA RAGIONE CHI DICE CHE DIVENTERÀ IL PADRONE INCONTRASTATO DELLA PROPRIA SCUOLA?
Assolutamente no. Una legge del 2001 (il Dlgs 165) affida al dirigente scolastico la responsabilità di un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane e finanziarie. Il capo istituto deve motivare ed incoraggiare la libertà di insegnamento, che alimenta la produzione di idee. Solo così persegue obiettivi di qualità, innovazione e successo formativo. Con questa legge, semplicemente, si danno al dirigente gli strumenti per esercitare queste responsabilità. Tutte le scelte del cosiddetto preside, inoltre, saranno strettamente legate al piano triennale dell’offerta formativa, elaborato dal collegio docenti e votato dal consiglio di istituto. Le decisioni rimarranno collegiali ed il dirigente sarà valutato ogni tre anni sulla base di criteri stringenti da un nucleo di ispettori ministeriali. A questa valutazione sarà connessa la sua retribuzione di risultato.
2) CON LA BUONA SCUOLA SI FAVORISCE IL CLIENTELISMO GRAZIE AI POTERI DATI AL PRESIDE CHE POTRÀ ASSUMERE CONOSCENTI E PARENTI?
Neanche per sogno. Al dirigente scolastico è affidato il compito di conferire incarichi ai docenti solo sulla base dell’offerta formativa, attraverso criteri pubblici e trasparenti, nel rispetto di precise norme anti-discriminatorie e anti-parentopoli (che vietano, ai fini dell’assunzione, legami di parentela tra preside e professori). Il dirigente sarà inoltre sottoposto a valutazione triennale, da parte di un nucleo di valutazione di ispettori reclutati ad hoc. La selezione del corpo docenti avverrà sempre e comunque attraverso un concorso bandito con cadenza triennale. Potranno accedervi solo i candidati in possesso di abilitazione e i vincitori confluiranno in ambiti territoriali di dimensione inferiore alla provincia e di qui saranno ripartiti nelle scuole sulla base dei piani triennali approvati dagli istituti.
3) IL POTERE DI CONTROLLO DEI PRESIDI NON MINERÀ L’AUTONOMIA DEGLI INSEGNANTI?
Vero il contrario: l’autonomia del corpo insegnanti sarà valorizzata attraverso un piano triennale “su misura” dell’istituto, che sarà elaborato dal collegio docenti. Quello stesso piano sarà approvato dal consiglio d’istituto, che oltre agli insegnanti, integra rappresentanze di genitori, studenti e personale Ata.
4) È VERO CHE IL GOVERNO HA TAGLIATO I FONDI ALL’ISTRUZIONE?
No. È vero esattamente il contrario. Con la Legge di Stabilità 2015 è stata data priorità alla spesa per l’istruzione grazie all’istituzione del Fondo per La Buona Scuola, ovvero, 1 miliardo di euro nel 2015 e 3 miliardi di euro dal 2016.
5) E’ VERO CHE LA BUONA SCUOLA DÀ PIÙ SOLDI ALLA SCUOLE PRIVATE? PERCHÉ SONO STATE FINANZIATE LE SCUOLE PARITARIE/PRIVATE E NON SONO STATE DATE PIÙ RISORSE ALLA SCUOLA PUBBLICA?
La Buona Scuola non stanzia soldi per le scuole private, e rilancia invece gli investimenti su quelle pubbliche. Per quanto riguarda le scuole paritarie (ossia quelle riconosciute dallo Stato), viene concessa alle famiglie che fanno tale scelta una detrazione fiscale pari a circa 75 euro annui, così come concesso alle famiglie che iscrivono i figli alle scuole statali. Con La Buona Scuola abbiamo aumentato i controlli contro i diplomifici attraverso un piano straordinario di verifica dei requisisti delle scuole paritarie, contro quelle realtà che non offrono un vero servizio pubblico.
6) CON LA RIFORMA SI CREANO ISTITUTI DI SERIE A E DI SERIE B?
Niente affatto, si opera invece in senso perequativo, a cominciare dalla sicurezza. Sul versante dell’edilizia scolastica, per esempio, vengono indirizzati 340 milioni per riqualificare gli edifici. Vengono poi stanziati fondi per 6.000 indagini per conoscere lo stato dei controsoffitti delle nostre scuole. Per il triennio 2015-2017 gli enti locali in condizioni economiche peggiori potranno derogare al patto di stabilità per interventi di messa in sicurezza degli edifici. Saranno inoltre stanziate risorse per circa 60 scuole, almeno una in ogni regione, altamente innovative non solo dal punto di vista tecnologico ma anche da quello dell’efficienza energetica e della sicurezza strutturale. È infine previsto un fondo di redistribuzione del cosiddetto school bonus per le scuole che risultano destinatarie di erogazioni inferiori alla media nazionale.
7) PERCHÉ NON SONO STATI ASSUNTI TUTTI I PRECARI? QUALE CRITERIO È STATO SEGUITO NELLA SELEZIONE DEI 100.000 ASSUNTI? È POSSIBILE CHE SIA SOLO LEGATO ALLO SVUOTAMENTO DELLE GAE E ALL’ELIMINAZIONE DEI PRECARI (E NON DEL PRECARIATO)?
Le oltre 100 mila assunzioni previste dalla riforma vanno ben oltre il turn-over e profilano oltre 50 mila immissioni aggiuntive. Sono stabilizzazioni piene, posti a tempo indeterminato e un investimento molto importante per il futuro del paese. Da venti anni non se ne vedevano di simili. La riforma promuove e traccia un percorso di fine del precariato: l’organico dell’autonomia garantirà la necessaria continuità didattica, ma parte anche da un presupposto: la scuola non è un ammortizzatore sociale, e i vincoli di bilancio vanno rispettati. Le assunzioni rispondono a una logica di funzionalità dell’offerta formativa. Il criterio è dunque quello di elevare la qualità e la quantità dei servizi, e nel contempo anche l’efficacia di un sistema-scuola che deve saper mettere al centro le esigenze dei ragazzi.
8) IN COSA CONSISTE LA NUOVA PROGRAMMAZIONE TRIENNALE?
Il Piano triennale dell’offerta formativa è lo strumento cardine della riforma, che assicura autonomia alle istituzioni scolastiche. Va a sostituire il Piano annuale dell’offerta formativa (Pof) e indica per un triennio il fabbisogno dei docenti, del personale Ata, delle risorse materiali e strumentali dell’istituto. Sarà così garantita una risposta su misura dei territori, anche in funzione di caratteristiche quali l’entità del processo migratorio, la dispersione scolastica, etc. Il Piano è definito dal collegio docenti sulla base delle indicazioni e delle scelte di gestione definite dal dirigente scolastico. È infine approvato dal consiglio d’istituto, che oltre agli insegnanti integra rappresentanze degli studenti e dei genitori.
9) QUANTE RISORSE METTE IN CAMPO LA RIFORMA?
Dopo i tagli degli anni passati, la legge mette in campo quasi 4 miliardi tra assunzioni, premialità, edilizia scolastica, formazione strutturale e individuale dei docenti, nuovi fondi per le scuole e fiscalità agevolata per chi sostiene gli istituti.
10) QUANTO SI INVESTE SUL MERITO? COME È ASSICURATA LA VALORIZZAZIONE DELLE COMPETENZE? COME VERRANNO STABILITI I PREMI AGLI INSEGNANTI? NON SI RISCHIA DI METTERE GLI INSEGNANTI UNO CONTRO L’ALTRO?
Sul piatto ci sono 200 milioni di euro. La funzione di valutazione degli insegnanti ai fini delle premialità non è affidata al solo dirigente scolastico. Al contrario a stabilire la griglia di criteri sarà un Comitato di valutazione in ciascun istituto, composto da 3 docenti, un membro esterno nominato dall’Ufficio Scolastico Regionale, due rappresentanti dei genitori o – per la scuola secondaria – un rappresentante dei genitori e un rappresentante degli studenti. Il Comitato non entra nel merito di valutazioni individuali, ma fissa criteri di premialità per docenti e team di docenti. Alla fine del primo triennio di sperimentazione, il Miur raccoglierà i dati dei singoli Comitati per predisporre un sistema nazionale di valutazione coerente, connesso all’autovalutazione e alla valutazione degli istituti avviata quest’anno.
11) SONO UN DOCENTE DI RUOLO, ENTRO ANCHE IO NELL’AMBITO TERRITORIALE?
No, rimani titolare nella tua scuola. Ti sposti su un ambito territoriale solo in caso tu chieda e ottenga la mobilità territoriale.
12) SONO UN DOCENTE DI SECONDA FASCIA CON 36 MESI O PIÙ SU POSTI VACANTI E DISPONIBILI. POTRÒ ANCORA LAVORARE?
Certo, perché il provvedimento, modificato su proposta del PD, non verrà applicato in modo retroattivo, ma da settembre 2016. Questa norma serve per non far entrare il nostro Paese in procedura di infrazione, perché per troppi anni la cattiva politica ha lasciato in condizioni di precarietà il personale anche su posti vacanti e disponibili. Se hai lavorato per un periodo continuativo non inferiore ai 180 giorni, inoltre, otterrai un punteggio aggiuntivo in occasione del concorso per la copertura dei posti vacanti e disponibili nell’organico dell’autonomia che sarà bandito entro il 1°dicembre 2015.
13) COME È ARTICOLATO IL PIANO ASSUNZIONALE CONTENUTO NEL PROVVEDIMENTO?
Il piano straordinario di assunzioni si articolerà in tre fasi e comporterà la stabilizzazione complessiva di più di 100 mila docenti, 54 mila dei quali destinati al potenziamento (organico aggiuntivo): 8 in più per ogni istituto. La prima fase coinvolgerà circa 30 mila insegnanti, tanti quanti saranno i pensionamenti al 1° settembre 2015. La fase due porterà all’assunzione di altri 20 mila professori garantendo il pieno turn over per tutti i posti rimasti vacanti dopo il primo contingente. La terza fase comporterà invece assunzioni aggiuntive per 50 mila docenti, che dovranno garantire il potenziamento dell’offerta formativa.
14) CHI È DESTINATARIO DEL PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONI?
Sono interessati gli iscritti nelle graduatorie di merito, i vincitori e gli idonei del concorso 2012, e gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento.
15) PERCHÉ I DOCENTI ABILITATI TFA SONO STATI ESCLUSI DALL’ASSUNZIONE DI RUOLO?
Per il reclutamento dei docenti Tfa, il cui titolo abilitante non ha valore equipollente a quello dei vincitori di concorso, si continua ad applicare la vecchia normativa. Tale disposizione è menzionata anche nello stesso bando del Tirocinio Formativo Attivo. Chi ha conseguito il titolo Tfa, quindi, potrà partecipare al concorso per 60 mila posti che verrà bandito entro il 2015, riservato ai soli abilitati.
16) QUALI PROSPETTIVE PER GLI INSEGNANTI ABILITATI INSERITI NELLE GRADUATORIE D’ISTITUTO?
La legge stabilisce che entro il 1° dicembre 2015 venga indetto un concorso per titoli ed esami per l’assunzione a tempo indeterminato di 60 mila nuovi docenti. Esso prevede l’attribuzione di un punteggio aggiuntivo a chi ha insegnato a tempo determinato nella scuola per un periodo continuativo di 180 giorni e a coloro che possiedono un titolo abilitante conseguito tramite procedure selettive pubbliche o lauree magistrali a ciclo unico.
17) DOPO IL PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONI, I DOCENTI DI RUOLO CHE VOGLIONO TRASFERIRSI, RESTERANNO BLOCCATI? CHE SUCCEDE SE IL TRASFERIMENTO NON VA A BUON FINE? VERRANNO LICENZIATI?
Assolutamente no. I docenti di ruolo alla data di entrata in vigore della legge conservano la titolarità presso la scuola di appartenenza. Il personale docente che risulta in esubero o in soprannumero nell’anno scolastico 2016-2017 è assegnato, a domanda, ad un ambito territoriale e, dall’anno scolastico 2016-2017, la mobilità territoriale e professionale del personale docente opera fra gli ambiti territoriali.
Per l’anno scolastico 2016-2017 è avviato un piano straordinario di mobilità territoriale e professionale su tutti i posti vacanti dell’organico dell’autonomia, rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l’anno 2014-2015. Gli insegnanti avranno la possibilità di chiedere il trasferimento in tutti gli ambiti territoriali nazionali, in deroga al vincolo triennale di permanenza nella provincia.
L’inserimento delle graduatorie di circolo o di istituto sarà possibile dall’anno scolastico 2016-2017 solo con il possesso dell’abilitazione.
18) CHE SIGNIFICA CONTRATTO RINNOVABILE IN BASE AL POF? E SE IL CONTRATTO NON SARÀ RINNOVATO CHE FINE FARANNO I DOCENTI ESCLUSI? UNA VOLTA ASSUNTO SARÒ LICENZIATO DOPO 3 ANNI ALLA SCADENZA DEL PIANO TRIENNALE?
Assolutamente no. L’assunzione è a tempo indeterminato. È il Piano dell’offerta formativa ad esser triennale. Questo significa che riceverai un incarico dopo essere stato individuato all’interno dell’ambito e comunque avrai una cattedra. Per tre anni non dovrai preoccuparti di perdere l’incarico, aumenteranno le possibilità di stabilità sulla scuola perché potrai essere impiegato su un organico più ampio visto che il fabbisogno non si calcolerà più su un organico di diritto ma su quello più ampio dell’autonomia. Il 92 per cento circa dell’organico rimane legato agli insegnamenti curricolari e al sostegno per cui, salvo cali vistosi negli alunni iscritti, ci saranno posti stabili nel tempo esattamente come oggi. Per di più l’incarico triennale verrà rinnovato, purché in coerenza col Piano dell’Offerta Formativa. Se non cambia il Pof (ovvero le esigenze della scuola) resti in quella scuola.
19) UNA VOLTA ASSUNTO COL PIANO STRAORDINARIO NELL’ORGANICO DI POTENZIAMENTO, SE PIÙ SCUOLE MI INDIVIDUANO NELL’AMBITO TERRITORIALE POSSO SCEGLIERE IN QUALE ANDARE?
Sì, puoi scegliere la scuola dove andare ad insegnare.
20) UNA VOLTA ASSUNTO COL PIANO STRAORDINARIO NELL’ORGANICO DI POTENZIAMENTO, SE NESSUNA SCUOLA MI INDIVIDUA NELL’AMBITO TERRITORIALE VENGO LICENZIATO?
Assolutamente no. L’ufficio scolastico regionale provvede alle assegnazioni nei confronti dei docenti che non hanno ricevuto o accettato proposte.
21) DOPO IL PIANO STRAORDINARIO DI ASSUNZIONI, I DOCENTI DI RUOLO CHE VOGLIONO TRASFERIRSI, RESTERANNO IMMOBILIZZATI?
No, con un emendamento PD si propone l’introduzione di un piano di mobilità straordinario per tutti i docenti, inclusi i docenti immessi in ruolo dopo il 2012, su tutti i posti dell’organico dell’autonomia. Per dare concreta praticabilità al piano, i docenti assunti nel 2015 avranno incarico annuale ed assegnazione definitiva all’ambito o ambiti territoriali richiesti, dopo il completamento del piano di mobilità.
22) COME SI DIVENTAVA INSEGNANTI NELLA SCUOLA SECONDARIA PRIMA DE LA BUONA SCUOLA?
A) Si consegue una laurea 3+2 (sostenendo alcuni esami per acquisire crediti specifici a seconda della classe per la quale si vuole concorrere).
B) Si sostiene una selezione per classe di concorso con pre-test, prova scritta e prova orale, pagando una tassa per l’iscrizione al test.
C) Superata la selezione si accede al Tirocinio formativo attivo. Pagando una tassa che si aggira attorno ai 2.500€ si accede ad un corso di un anno con lezioni dirette, indirette e tirocinio a scuola. Superato l’esame finale si consegue l’abilitazione sulla classe di concorso per la quale si è superata la selezione.
D) Si partecipa ad un concorso, vinto il quale si accede al ruolo. Superato l’anno di prova si è assunti a tempo indeterminato.
TEMPO MINIMO IMPIEGATO: 8 anni. Spese minime: 3.000€
23) COME SI DIVENTERÀ INSEGNANTI DI RUOLO NELLA SCUOLA SECONDARIA DOPO L’ATTUAZIONE DELLA DELEGA AL GOVERNO SULLA FORMAZIONE INIZIALE?
NB: NON vale per coloro che hanno conseguito il Tfa, per cui continua ad applicarsi in via transitoria il vecchio sistema
A) Si consegue una laurea 3+2 (sostenendo alcuni esami per acquisire crediti specifici a seconda della classe per la quale si vuole concorrere).
B) Si sostiene una selezione per classe di concorso.
C) Si inizia un periodo di inserimento di tre anni, con progressiva responsabilizzazione. SI viene retribuiti fin dal primo giorno, anche se la prima fase del percorso è di studio e tirocinio.
D) Al termine dei tre anni, che comprendono specializzazione e tirocinio (stile vecchia SSIS, ma retribuita) e anno di prova, si entra in ruolo.
TEMPO MINIMO IMPIEGATO: 8 anni (di cui tre retribuiti).
Spese minime: spese di segreteria, retribuzione per tre anni
24) MA DUNQUE COSA PREVEDE LA BUONA SCUOLA?
La riforma prevede una scuola autonoma e aperta al territorio; continuità nella didattica, con un’offerta formativa più efficiente, flessibile e aggiornata; strumenti più efficaci di raccordo con il mondo del lavoro. E poi: oltre 100 mila nuovi insegnanti assunti; investimenti nell’edilizia scolastica; 500 euro l’anno per l’aggiornamento e l’attività culturale di ogni docente. Il provvedimento ha la finalità di riaffermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza. L’impianto della legge e i suoi obiettivi sono fortemente pedagogici. Al centro ci sono l’autonomia, l’apertura delle scuole al territorio, il coinvolgimento pieno della comunità scolastica nella definizione del piano dell’offerta formativa e l’apprendimento per competenze. Lo scopo è quello di innalzare i livelli di istruzione e le competenze degli studenti, di contrastare le disuguaglianze socio-culturali e territoriali, di prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, per realizzare una scuola aperta, per garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini.
25) COSA PREVEDE LA RIFORMA PER CHI È AFFETTO DA DISABILITÀ?
Da settembre gli insegnanti inseriti nelle graduatorie specifiche potranno scegliere se dedicarsi all’insegnamento di una materia o al sostegno. L’obiettivo è che l’insegnante possa dedicarsi per un intero ciclo di studi a chi necessita di un aiuto in più. La discontinuità didattica, in particolare per chi è affetto da qualche disabilità, è dannosa. In questo modo si potrà dare vita a un percorso di crescita e di inclusione. Così alunno e insegnante potranno crescere insieme e ultimare il percorso con tutta la classe, favorendo l’inclusione scolastica. Un bene per chi deve imparare e per chi insegna: da qui a vent’anni avremmo personale di ruolo con un bagaglio di esperienza notevole.