Investment compact: nascono le PMI innovative
26 marzo 2015
Con la conversione in legge dell’Investment Compact, avvenuta il 25 marzo, si apre ufficialmente una nuova fase per le politiche dell’innovazioni in Italia. Con questo provvedimento si sancisce la new entry nella legislazione italiana delle piccole e medie imprese (PMI) innovative che avranno diritto a gran parte delle agevolazioni – fiscali e di semplificazione normativa – delle startup. Secondo le prime stime del Governo, le PMI innovative daranno vita ad un piccolo esercito di almeno 10mila imprese. Andiamo, quindi, a capire che cosa sono le PMI innovative e quali sono i benefici di cui potranno godere.
LE PMI INNOVATIVE
Per essere definita innovativa una PMI deve essere una società di capitali, anche sotto forma di cooperativa, non quotata su un mercato regolamentato, con almeno una filiale in Italia. Contrariamente alle startup innovative (che possono rimanere tali per un periodo di cinque anni) non ci sono delimitazioni temporali, ma la società dev’essere in possesso di almeno un bilancio certificato, quindi la definizione di «pmi innovativa» non si può applicare a società nuove.
La Pmi innovativa, inoltre, deve avere meno di 250 dipendenti, un fatturato annuo inferiore a 50 milioni e avere almeno 2 su 3 dei seguenti requisiti:
1. Il 3% dei costi totali deve essere attribuibile ad attività di Ricerca e sviluppo o innovazione;
2. Il team deve essere formato per 1/5 da dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori con 3 anni di esperienza; oppure formato per 1/3 da personale in possesso di laurea magistrale ;
3. La Pmi dev’essere detentrice, licenziataria o depositaria di un brevetto o un software registrato alla Siae.
La Pmi innovativa non può essere iscritta al registro delle startup innovative: per loro verrà istituita una sezione speciale nel registro delle imprese che permetterà di controllare settimanalmente le nuove iscrizioni seguendo passo-passo l’evoluzione del sistema.
I VANTAGGI
Le novità più sostanziose sono la possibilità di accedere agli incentivi fiscali già previste per le startup e l’equity crowdfunding. Ecco i principali vantaggi:
1) esonero da imposta di bollo nonché da diversi costi relativi al registro delle imprese;
2) tassazione agevolata sul reddito derivante da piani di stock option e work for equity (assimilata alla tassazione sul capital gain e non sul reddito);
3) accesso semplificato al Fondo di garanzia Pmi (http://www.fondidigaranzia.it/): garanzia gratuita e concessa secondo modalità semplificate sull’80% del prestito concesso dalla banca;
4) possibilità di raccogliere capitale mediante portali online, il cosiddetto equity crowdfunding (esteso ai fondi di credito e alle società di capitali che investono prevalentemente in Pmi innovative);
5) incentivi fiscali agli investimenti in PMI innovative costituite da meno di 7 anni: detrazione Irpef del 19% per la persona fisica che investe in Pmi e deduzione Ires del 20% per le società;
6) sostegno ad hoc da parte dell’ICE (Istituto nazionale per il commercio estero);
7) possibilità di creare diritti di voto asimmetrici: le Pmi innovative potranno «premiare» l’apporto di competenze assegnando voti più pesanti rispetto alle quote realmente detenute.
N.B.: Come avvenuto per la legislazione sulle startup, occorrerà quasi un anno per far sì che la parte fiscale (così come quella sull’accesso al Fondo di garanzia) diventi applicabile, in quanto necessita di decreti attuativi. In particolare, il provvedimento relativo alle detrazioni e alle deduzioni dovrà prima essere trasmesso all’Unione Europea. Una volta ottenuto il via libera di Bruxelles, che dovrà escludere che questa misura configuri un aiuto da parte dello Stato, gli incentivi diventeranno effettivamente operativi.
ULTERIORI SEGNALAZIONI A FAVORE DELLE IMPRESE
Tra le altre misure:
– l’estensione delle agevolazioni del “patent box” ai marchi, con la possibilità di rinnovare dopo 5 anni il regime opzionale di fiscalità;
– per chi è votato all’export ci sarà poi la possibilità di bussare all’«Export banca» di Cassa depositi e prestiti che potrà fare credito direttamente o tramite il gruppo assicurativo-finanziario Sace;
– pronta ad entrare in campo la Spa del Governo per la patrimonializzazione e la ristrutturazione delle imprese con sede in Italia.