CASO BORRIELLO, MORETTO (PD) INTERROGA IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

com.

On. Sara Moretto 

La deputata del Pd, Sara Moretto, ha depositato oggi un’interrogazione al Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, in cui chiede di verificare quali siano le ragioni dei ritardi nella presentazione della relazione sulle cause del decesso di Stefano Borriello, il giovane detenuto morto all’ospedale di Pordenone dopo un malore accusato all’interno del carcere della città friulana. Con l’interrogazione si chiede al Ministro di verificare anche le inadeguatezze sanitarie denunciate da Antigone, associazione di riferimento nazionale per i diritti e le garanzie del sistema penale, e più in generale di appurare le condizioni complessive dell’istituto penitenziario di Pordenone, la condizione di chi vi opera al suo interno, nonché degli stessi detenuti, per valutare l’opportunità, attraverso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, di misure migliorative. “Non è accettabile, in uno Stato di diritto, che a più di tre mesi dalla morte del giovane – commenta la deputata Moretto- non si conoscano ancora le cause del decesso. Fare chiarezza sul caso e sulle condizioni del carcere di Pordenone è un atto dovuto da parte delle Istituzioni”.

Roma, 26 novembre 2015

Qui di seguito l’interrogazione

MORETTO, MARTELLA  — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il 7 agosto 2015, Stefano Borriello, un giovane detenuto di soli 29 anni, viene trasportato in gravi condizioni dal carcere di Pordenone presso la struttura ospedaliera della città dove, poco dopo l’arrivo, decede «per arresto cardiaco»;
   da informazioni acquisite dagli interroganti, in base alla ricostruzione degli eventi, risulta che il Borriello in quella giornata, sin dalla mattina ed in quelle precedenti sia stato seguito dal servizio sanitario del carcere in quanto accusava uno stato di malessere;
   la mamma del giovane è stata avvisata della morte del figlio tre ore dopo la chiamata al 118 e due ore dopo il decesso in ospedale, verificandosi con ciò da parte del personale responsabile una non completa ottemperanza alle procedure, previste dall’articolo 44 della legge n. 354 del 1975 e dell’articolo 63 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 2000;
   il sostituto procuratore di Pordenone, dottor Matteo Campagnaro ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti, affidando al consulente tecnico d’ufficio dottor Renzo Fiorentino il compito di presentare, entro 60 giorni dall’esame autoptico, la relazione sulle cause della morte;
   ad oggi, a distanza di oltre 100 giorni dall’esame autoptico, non è stata depositata alcuna relazione né tantomeno è stata richiesta formalmente, e quindi quantificata, una proroga dei termini, determinando di fatto un’assoluta incertezza sui tempi di presentazione di questo importante documento;
   Antigone, associazione di riferimento nazionale per i diritti e le garanzie del sistema penale, oltre ad aver denunciato questi ritardi, ha effettuato, attraverso i suoi osservatori, un sopralluogo al carcere di Pordenone, dal quale sarebbe emerso che all’interno della struttura il servizio medico non è garantito h24 ma soltanto sino alle ore 21.00, che esiste un’unica infermeria per tutto il carcere è che non vi è presenza di defibrillatori;
   la famiglia è quindi, a tutt’oggi, all’oscuro delle cause del decesso –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle suddette circostanze e se non ritenga opportuno, in base alle proprie competenze accertare se, eventualmente, si siano verificate pregiudizievoli inosservanze di procedure e norme rispetto al caso descritto in premessa;
   se non ritenga altresì opportuno verificare la sussistenza delle eventuali inadeguatezze sanitarie denunciate da Antigone, per porvi eventualmente immediato rimedio e più in generale, se non intenda appurare le condizioni complessive dell’istituto penitenziario di Pordenone, la condizione di chi vi opera all’interno, anche in riferimento ad eventuali carenze di personale, nonché le condizioni degli stessi detenuti, anche per valutare l’opportunità, attraverso il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, di assumere iniziative per disporre misure migliorative in merito. (5-07126)

Roma, 1 dicembre 2015

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