Di Maio non rovini il lavoro dei governi Pd e garantisca presenza ai tavoli di crisi
“I lavoratori non possono aspettare che Lei impari a fare il ministro, ma attendono risposte concrete. Lei ha ereditato al suo insediamento 74 tavoli di crisi in corso, che non sono solo tabelle, ma sono 85 mila lavoratori che con le loro famiglie attendono di conoscere il futuro che gli spetta. Sono 74 casi diversi che non rappresentano una statistica ma volti, vite, esperienze, progetti e speranze. Dal 2015 al 2018 il Mise ha gestito 469 tavoli di crisi, a cui andrebbero aggiunti quelli del ministero del Lavoro per un totale di oltre 1250 situazioni affrontate in un trend di conclusioni positive in crescita. Chiediamo al ministro Di Maio di non rovinare quanto è stato fatto finora dai governi Pd, di garantire sempre la presenza del governo e che questi tavoli siano messi nelle condizioni di lavorare”. Lo dice la capogruppo Pd in commissione Attività produttive, Sara Moretto, rivolgendosi in Aula al ministro per lo Sviluppo economico e Lavoro, Luigi Di Maio.
“Ieri alle 23.55 il suo ministero ha spostato il tavolo della Blutech, che doveva tenersi oggi a Termini Imerese, a Roma. Fatico a pensare che sindacati e imprese riescano a spostarsi in cosi poco tempo. Apra ministro il tavolo sul futuro delle Acciaierie di Terni, come richiesto dalla presidenza della Regione. Sotto la guida del ministro Calenda l’unità di gestione delle crisi ha portato avanti un modello che si basa su prevenzione, reindustrializzazione e ricollocamento della forza lavoro in un dialogo tra pubblico e privato che ha prodotto buoni risultati: Idealstandard, Embraco, Electrolux, quest’ultima senza alcuna legge contro le delocalizzazioni è stata trattenuta in Italia, mentre aveva in progetto di spostarsi in Polonia, dunque possibile anche senza le sanzioni; Whirlpool, Natuzzi ed altri”, aggiunge Moretto.
“Il suo decreto ci ha dato un assaggio della visione delle imprese e del lavoro del governo: con una mano deprime gli investimenti e con l’altra offre la sponda per il ricorso ad un lavoro irregolare, che è la vera piaga ancora da combattere nel nostro Paese. E’ questa la direzione sulla quale intende portare avanti il suo lavoro? Non ci racconti che la delocalizzazione è il vero problema delle crisi. Le crisi non riguardano solo le imprese che hanno soldi pubblici. La smetta con la propaganda e ci dica cosa intende confermare di Industria 4.0, dei fondi per la reindustrializzazione, dei fondi per il Made in Italy. Si occupi dei lavoratori e non dei voti”, conclude la deputata democratica.