CARENZA STAGIONALI IN VENETO. SERVONO SOLUZIONI STRUTTURALI: SI INVESTA ANCHE IN FORMAZIONE E SI RIVEDA NORMATIVA”
“Finalmente anche la Lega ammette che il Reddito di cittadinanza, che ha votato mentre era nel governo gialloverde, non funziona. Sono ovviamente d’accordo ed è certificato che sia un disincentivo per le persone a cercare un lavoro. Come Italia Viva lo sosteniamo da sempre e da sempre ci battiamo contro questo strumento non solo inutile ma perfino dannoso. Per rispondere però alla carenza di lavoratori stagionali nel turismo serve anche altro. Sono infatti necessarie soluzioni a breve e lungo termine per rendere attrattivo per i giovani questo sbocco occupazionale”. Così la deputata di Italia Viva Sara Moretto, che in Commissione Attività produttive ha interrogato il Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, sulle difficoltà di reperire lavoratori stagionali.
“Il problema interessa e preoccupa gli operatori delle spiagge e delle località turistiche del Veneto, dove circa 100mila contratti a termine ogni anno (il 40% del totale) sono stagionali – ricorda Moretto -. Ma la questione investe l’intero comparto nazionale, per cui si stima una carenza di 350 mila figure in meno rispetto al 2021. La carenza di personale, soprattutto under 30, sta mettendo in crisi il mondo dell’ospitalità con il rischio che ci sia una dequalificazione del settore”.
Moretto ricorda che le ragioni dell’attuale difficoltà a reperire personale: in primis, l’impiego stagionale è considerato poco sicuro e poco remunerativo e in secondo luogo la pandemia ha cambiato l’approccio al mondo del lavoro. Oltre al Reddito di cittadinanza disincentivante, c’è un problema di scarsi investimenti sulle scuole alberghiere e di costi elevati sostenuti dai lavoratori per gli alloggi nelle località turistiche. “Bisogna investire in modo strutturale sulla formazione – sottolinea Moretto – ed è necessario trovare soluzioni per attenuare i costi di mantenimento, facendo sì che i nostri ragazzi possano vedere nel turismo le potenzialità di un lavoro stabile. Inoltre, è opportuno rivedere le normative sul lavoro per consentire una strutturalità di rapporto tra il datore lavoro e dipendente”.