Carissimo/a reader,
mentre il Governo è riuscito ad evitare la procedura d'infrazione sui conti pubblici semplicemente annunciando il ridimensionamento dei suoi due provvedimenti bandiera, Quota 100 e Reddito di Cittadinanza, e il rinvio della Flat Tax, al Ministero dello Sviluppo Economico continuano ad aumentare i faldoni sulle crisi aziendali. I 138 tavoli di gennaio sono già diventati 158, con il coinvolgimento di poco meno di 210mila lavoratori. Secondo la stima dell’autorevole Sole24Ore sarebbero coinvolti circa 49mila lavoratori al Nord, 44mila al Sud, 37mila al Centro. In qualità di capogruppo Pd in Commissione Attività Produttive mi sono occupata in questo mese di alcune vertenze, presentando e firmando in particolare due interrogazioni. Una sulla crisi di MERCATONE UNO, l’altra sulla storica azienda veneta Stefanel.
Due crisi differenti che sono tuttavia accomunate dallo stesso atteggiamento del Governo, che nei fatti non si è occupato tempestivamente e con la necessaria attenzione né di assicurare continuità produttiva nè di tutelare i lavoratori coinvolti. A queste si aggiungono le tante altre crisi su cui, in Parlamento, dai banchi dell'opposizione, stiamo accendendo i riflettori con interventi e atti ispettivi, ma anche altre grandi questioni industriali, come quella relativa al futuro di Alitalia o dell'ILVA, ancora nel buio più profondo.
Eppure compito di un Ministro del Lavoro che vuole essere anche Ministro dello Sviluppo Economico dovrebbe essere quello di seguire i tavoli di crisi. Ed invece, a parte la concessione o la proroga della cassa integrazione straordinaria nulla è stato fatto. Lo confermano peraltro i dati dell’Inps, che hanno attestato che nel mese di maggio 2019 il numero di ore di cassa integrazione complessivamente autorizzate è stato pari a 25,2 milioni, in aumento del 6,3 % rispetto allo stesso mese del 2018 (23,7 milioni). Il problema è che non c’è una visione di politica industriale e quella che era stata messa in campo dal precedente Governo, in particolare con il Piano Industria 4.0, è stata demolita.
Il Paese non cresce con l'assistenzialismo e la crescita va sostenuta con misure concrete per il lavoro e le imprese. Salvini e Di Maio, occupati a farsi i dispetti e a continuare nella loro propaganda, regalano all'Italia un futuro incerto, fatto di isolamento e recessione.
Buona lettura,
Sara