Carissimo/a reader,
domenica 3 marzo, per la quinta volta nella storia del Partito Democratico, il segretario nazionale e l’assemblea del più grande partito italiano di centrosinistra verranno scelti dai cittadini. Un’occasione non solo per riaffermare i valori di democrazia che fondano e caratterizzano il Pd ma anche per aprire una fase nuova in cui sia possibile costruire una solida alternativa all’attuale governo.
Questo anno di esecutivo Lega-Cinque Stelle è stato caratterizzato da slogan, annunci, passi falsi, errori grossolani, pessime figure internazionali. I provvedimenti che sono stati approvati in maniera trionfale, dal decreto dignità alla legge di bilancio, ci hanno portato in quella che gli esperti economisti definiscono “recessione tecnica”. Il Prodotto interno lordo ha cioè fatto segnare una variazione congiunturale negativa per due trimestri consecutivi. Questo significa che, dopo più di tre anni di crescita, il Paese si trova ora in difficoltà economiche. Non solo, in questi giorni nel Country Report, la Commissione Ue scrive che “la manovra 2019 include misure che rovesciano elementi di importanti riforme fatte in precedenza, in particolare sulle pensioni, e non include misure efficaci per aumentare il potenziale di crescita”. Un avvertimento sugli eccessivi squilibri economici del nostro Paese che potrebbe anticipare la bocciatura della legge di bilancio del governo. Il taglio agli investimenti pubblici, lo stop alle grandi opere tra cui la Tav Torino–Lione, l’assenza di provvedimenti volti alla sburocratizzazione, l’aumento delle tasse e nessuna riduzione del costo del lavoro hanno alzato il livello di allarme nelle imprese e, come ha certificato puntualmente l’Istat, hanno fatto calare ampiamente il clima di fiducia dei consumatori.
In questa cornice, il governo a guida Lega Cinque Stelle continua a tirare dritto, convinto che la strada delle ripresa economica passi esclusivamente per il reddito di cittadinanza e per una politica di immigrazione zero. A questo modo di governare, che mette a rischio la stabilità del nostro Paese, si aggiungono le brutte figure internazionali, penso al conflitto diplomatico con la Francia scaturito da dichiarazioni quantomeno inopportune dei nostri viceministri, ora fortunatamente rientrato, e alle contraddizioni politiche che si sono manifestate ad esempio sul caso della nave Diciotti, con Salvini che prima era disposto a farsi processare salvo poi cambiare idea e chiedere ai Cinque Stelle, da sempre contrari all’immunità parlamentare, di salvarlo da un processo che avrebbe fatto chiarezza su tutta la vicenda.
Non possiamo continuare a subire questa fase di chiusura, di isolamento e di recessione. Il Partito Democratico, anche con le primarie di domenica 3 marzo, ha l’occasione di ricostruire una solida e credibile alternativa a questo governo.
Tra i candidati in campo ho scelto di sostenere Maurizio Martina, che ha condotto con generosità il partito in questa difficile fase di transizione e che si candida a farlo in futuro dedicandosi esclusivamente a questo. Ti invito dunque a prendere parte alle primarie del Pd per ridare la “parola alla democrazia”.
Buona lettura
Sara