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Semplicemente - Newsletter di Sara Moretto

Carissimo/a reader,

la crisi dei due istituti di credito veneti, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, può essere definita un vero e proprio 'terremoto', sia per il volume dei danni economici (stimati in 15 miliardi di euro) sia per la necessità di una vera e propria ricostruzione. Ricostruzione non solo materiale, in termini di valore buttato al vento, ma soprattutto in termini di fiducia nei confronti del sistema bancario e dell'imprenditoria veneta, danneggiata da quella parte connivente e responsabile di quanto accaduto.
La riforma delle banche popolari che il Governo Renzi ha realizzato dopo decenni di volontà e intenti rimasti tali (ricordo che studiavo sui libri dell'università la tanto attesa riforma) non è la causa del disastro ma lo strumento che ha fatto emergere un sistema clientelare e truffaldino, che faceva leva sull'opacità delle regole e che avrebbe potuto protrarsi e aggravare i suoi effetti disastrosi.
Su cosa è accaduto, su quali siano stati i meccanismi di "rigonfiamento" del capitale e del relativo valore fittizio, su quali siano state le responsabilità, anche della mancata vigilanza, indagherà da un lato la Magistratura e dall’altro la Commissione bicamerale che il Parlamento ha recentemente istituito.
Allo stato dei fatti, dopo aver perseguito la via della ricapitalizzazione, che si è rivelata inefficace per l'indisponibilità di capitali privati sufficienti a rispettare le richieste delle istituzioni europee, il Governo ha proposto, ed era questa l'unica strada percorribile, il decreto di liquidazione coatta amministrativa, che è stato da poco convertito in legge. L'obiettivo è stato quindi quello di evitare il bail in, ovvero il sistema di risoluzione della crisi che prevede l'esclusivo e diretto coinvolgimento, oltre che degli azionisti, degli obbligazionisti e dei correntisti sopra i 100 mila euro. La via della liquidazione ha garantito la riapertura degli sportelli, la continuità dei rapporti e delle linee di credito di 200 mila famiglie e 100 mila piccole e medie imprese e la tutela di 11 mila lavoratori. Attraverso questo decreto migliaia di risparmiatori otterranno un ristoro certo.
Le situazioni degli azionisti invece sono molto diverse. Non si possono mettere sullo stesso piano le persone raggirate con quelle che consapevolmente hanno acquistato strumenti a rischio, guidate dalla ricerca del maggior rendimento. Sarà la Magistratura a riconoscere le vittime della truffa. A queste abbiamo voluto dare una prospettiva: il Governo ha infatti accolto un nostro ordine del giorno che istituisce un Fondo di solidarietà per il rimborso preferenziale per le perdite ingiustamente subite.
Rimangono altre questioni aperte sulle quali Governo e Parlamento continuano a lavorare, compresa la detassazione degli indennizzi erogati ai soci in sede di transazione, posta nel mio ordine del giorno accolto dal Governo.
In conclusione, ritengo che questa vicenda ci consenta due riflessioni. La prima riguarda la necessità che la politica continui a lavorare per evitare che simili situazioni si verifichino ancora. La seconda è sul cosiddetto ‘modello veneto’, che questa volta ha completamente fallito.

 

Buona lettura,

Sara

 

ABOLZIONE VITALIZI. È del Partito Democratico il progetto di legge volto all'abolizione dei vecchi vitalizi che ha passato ieri il vaglio della Camera. Il provvedimento prevede l'addio ai vitalizi di tutti gli eletti e l’estensione ai parlamentari e ai consiglieri regionali dello stesso trattamento previdenziale contributivo vigente per i dipendenti pubblici. Per aver diritto alla pensione il parlamentare dovrà aver esercitato il mandato per almeno 5 anni, mentre la pensione si potrà ricevere al compimento dei 65 anni d’età. Le Regioni saranno infine obbligate ad adeguare le proprie leggi e regolamenti pena la decurtazione dei contributi statali.
Per onore di cronaca è giusto ricordare che i vitalizi erano già stati aboliti nel 2012, ma solo per i neo eletti, tra cui la sottoscritta. I parlamentari cessati dal mandato prima di quella data continuavano infatti a percepire gli assegni pre-riforma. Con questa legge, che mi auguro non incontri difficoltà al Senato, si demolisce un sistema che non aveva davvero più senso di esistere.

REATO DI TORTURA. A quasi 30 anni dalla ratifica della Convenzione ONU del 1984, anche l’Italia ha introdotto nel codice penale il reato di tortura. Il provvedimento approvato definitivamente alla Camera, stabilisce in particolare che “chiunque con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa, è punito con la pena della reclusione da quattro a dieci anni se il fatto è commesso mediante più condotte o se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”. 

DL CODICE PENALE. La legge di “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e all’ordinamento penitenziario”, approvata in via definitiva alla Camera, porta a compimento un lavoro importante durato anni e migliora il funzionamento della giustizia. Il provvedimento interviene ad esempio sulla disciplina di alcuni gravi reati contro il patrimonio, furto in abitazione e scippo, rapina ed estorsione, inasprendone il quadro sanzionatorio. Sale ad esempio da un anno a tre anni la pena minima per il furto in abitazione e con strappo. Analoga scelta per il furto aggravato e la rapina, per i quali la pena massima resta di dieci anni: la minima sale da tre a quattro anni. Particolarmente significativa è poi la modifica alla disciplina della prescrizione, che aumenta in diversi casi il tempo necessario ad estinguere il reato.

"ABC" DELLA LEGGE ANNUALE PER IL MERCATO E LA CONCORRENZA. L’aula ha approvato il disegno di legge per la concorrenza e l’apertura dei mercati, un insieme di misure estremamente importanti per il Paese che sostengono la crescita, garantendo la libertà di scelta dei consumatori e offrendo nuove opportunità. Il provvedimento ha pagato gli eccessivi tempi parlamentari e giunge ad approvazione dopo 50 mesi, pur avendo un carattere annuale. Come ho già avuto modo di affermare in aula in prima lettura, il Governo dovrebbe ripensare alla natura del provvedimento e prendere in esame un settore economico alla volta. Rimangono validi i vantaggi per i cittadini sul fronte delle assicurazioni, che ho seguito da vicino anche perché di competenza della Commissione Finanze. Nel campo dell’Rc auto è confermato il principio di libertà di scelta dell’assicurato, che potrà continuare a rivolgersi al proprio autoriparatore di fiducia. Gli automobilisti che decideranno di installare la scatola nera sul proprio mezzo o fare un controllo preventivo potranno beneficiare di un forte sconto da parte delle assicurazioni. In più, viene reintrodotto il divieto di tacito rinnovo per le polizze obbligatorie. 

REGISTRO NAZIONALE TUMORI. La Camera ha approvato all’unanimità in prima lettura la legge sull’istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri dei tumori e del referto epidemiologico nel controllo sanitario della popolazione.
Un provvedimento importante che interviene su un tema delicato e particolarmente sentito dai cittadini. Oggi la situazione nel territorio nazionale in tema di Registro tumori è assolutamente “a macchia di leopardo”, con differenze significative di disponibilità dei dati non solo tra differenti province ma anche nell’ambito delle diverse aziende sanitarie della stessa provincia. Il Registro ha diversi obiettivi: lo studio dell’incidenza e della prevalenza delle malattie oncologiche e infettive, per poterne monitorare la diffusione e l’andamento; la prevenzione, la semplificazione delle procedure di scambio di dati, la promozione della ricerca scientifica in ambito oncologico, anche nel campo dei tumori rari, ed infine il monitoraggio dei fattori di rischio di origine professionale.

DISPOSIZIONE IN MATERIA DI AREE PROTETTE. Con la riforma della legge 394/1991 sulle aree protette approvata dalla Camera si vuole rendere i parchi protagonisti dello sviluppo del Paese, coniugando la tutela e la valorizzazione del territorio e delle biodiversità con la buona economia. In Italia sono in tutto 871 le aree naturali protette, il 10% circa del territorio nazionale. Un patrimonio che grazie a questa riforma viene inserito in un unico Sistema nazionale che verrà finanziato con 30 milioni per gli anni 2018-2020 e da cofinanziamenti regionali. Viene inoltre introdotto nei Parchi e nelle aree contigue il divieto di ricerca, prospezione, estrazione e sfruttamento di idrocarburi liquidi e gassosi, precludendo così in tali territori nuove ricerche e nuove trivellazioni petrolifere.

REATI CONTRO IL PATRIMONIO CULTURALE. In prima lettura alla Camera è stato approvato il disegno di legge che riforma le disposizioni penali a tutela del patrimonio culturale, uniformando il quadro sanzionatorio, attualmente ripartito tra codice penale e codice dei beni culturali. Vengono quindi introdotti nuovi reati quali il furto di beni culturali, il danneggiamento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici, e la contraffazione di opere d’arte. Sono previste, peraltro, pene molto aspre: il furto, per esempio, è punito con la reclusione da due a otto anni, e la ricettazione da tre a dodici. Un provvedimento in linea con il valore assegnato dalla Costituzione al nostro patrimonio culturale e con l'accresciuta sensibilità per la protezione dei beni culturali a livello internazionale.

CETA. Chi si oppone al falso agroalimentare e all'italian sounding non può contemporaneamente opporsi all’accordo di libero scambio con il Canada, il cosiddetto Ceta, che rappresenta invece lo strumento per combatterli. Con il Ceta, l’UE ha ottenuto il riconoscimento di 143 IIGG europee, di cui 41 italiane. La lista è comunque aperta a successive integrazioni. L’accordo raggiunto è un enorme passo avanti rispetto al passato e grazie alla riduzione dei dazi favorirà l’export dei nostri prodotti. Quanto alle preoccupazioni espresse sui controlli fito-sanitari e sullo spettro delle carni con ormoni, è giusto ricordare che il principio precauzionale che regola l’attività in Europa non è in alcun modo toccato da questo accordo e le carni trattate con ormoni continueranno a non poter essere importate. Qui un approfondimento.

QUESTIONE MIGRANTI. La questione migranti rimane al centro dell'agenda del Governo. L'azione, non facile, del Ministro Minniti è volta da un lato a porre con forza l'Europa di fronte alle sue mancanze nei confronti di un fenomeno di questa portata, che non può essere affrontato solamente dall'Italia, dall'altro a gestire questi flussi migratori con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali, centrali e periferici.
Ha suscitato polemiche la decisione del Prefetto di Venezia di trasferire da Cona a Portogruaro 28 richiedenti asilo. Una vicenda che ha purtroppo messo sotto i riflettori una città diversa da quella che conosco. Sono prevalsi i personalismi, gli slogan, gli allarmismi ingiustificati, i tornaconti politici, l'odio e l'intolleranza. Grave che l’odio e l’intolleranza si siano scaricati su 28 ragazzi a soli fini di propaganda elettorale.
È ingiustificabile, ad esempio, che esponenti di spicco della nostra Regione si dimentichino di rappresentare un'istituzione e attacchino senza mezzi termini il Prefetto, rappresentante sul territorio del Ministero dell'Interno. Si può anche non essere d'accordo con la politica nazionale e con le scelte intraprese per affrontare il problema, quando però si amministra non ci si può girare dall'altra parte o attaccare e basta. Un'istituzione deve essere in grado di trovare soluzioni. Al Sindaco, al quale ho da subito espresso la mia disponibilità a collaborare per il bene della città, ricordo che la scelta di non aderire al progetto Sprar, unico strumento che oggi consente, con il controllo diretto dell'ente locale, l'accoglienza di un numero certo e limitato di richiedenti asilo e l'attivazione di progetti d'integrazione, è un errore.

INTERROGAZIONE SPIAGGIA FASCISTA. Chiede il ritiro della concessione demaniale l’interrogazione che ho sottoscritto con altri colleghi veneti sul caso dello stabilimento balneare “Playa Punta Canna” di Chioggia, terreno che prima dell’intervento della Prefettura era pieno di cartelli che richiamavano il regime fascista. Tutto questo non può definirsi semplice folklore. Non posso che sottoscrivere ogni singola parola della storica Imelde Rosa Pellegrini, ex presidente dell’Anpi di Portogruaro, che qui vi riporto.
“Non avrei mai immaginato che nel secondo millennio qualcuno osasse ancora esporre l'immagine di un dittatore fascista, trovasse accettabile scherzare sulle camere a gas dal cui camino sono usciti migliaia di bambini innocenti e poveri esseri colpevoli di essere nati ebrei, o zingari, o apolidi o portatori di handicap, collocati all'interno di cinquanta milioni di vittime del nazifascismo. Non avrei mai immaginato che uomini di governo, di una Repubblica democratica fondata sulla Costituzione, guadagnata con il sacrificio di migliaia di uomini generosi, commentassero questi vergognosi episodi con superficialità, dimostrando la loro volgarità umana, politica, intellettuale e sociale. Ciò è avvenuto”.

LA SCUOLA AL CENTRO. Sono disponibili le graduatorie finali del bando “La scuola al centro”,  lanciato lo scorso autunno per favorire il potenziamento dell’offerta formativa delle scuole, contrastare la dispersione scolastica e favorire l’inclusione sociale. Le scuole finanziate sono 4.633, per uno stanziamento totale di oltre 187 milioni di euro. Per i 157 progetti finanziati in Veneto vi saranno risorse per 6,2 mln di euro. Grazie al bando ci sarà un primo importante potenziamento dell’offerta in orario extra scolastico, con una attenzione significativa allo sport. Il 10% delle scuole finanziate ha presentato progetti che prevedono aperture durante il periodo estivo.

 Per qualsiasi ulteriore approfondimento: www.saramoretto.it

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