PROMOZIONE DEL TURISMO NAUTICO, RISOLUZIONE APPROVATA ALL’UNANIMITA’

Le Commissioni VI e X,
premesso che:

l’industria nautica è una componente importante dell’economia del Paese. Il surplus commerciale colloca la produzione di imbarcazioni ai vertici del «made in Italy», al 13o posto su oltre 5.000 prodotti censiti, con un valore superiore a quello di produzioni quali l’occhialeria, la pasta, i mobili in legno;
è anche un simbolo dell’Italia, che detiene un terzo della produzione mondiale, surclassando USA, Germania e Regno Unito, e trova nelle regioni Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Sicilia, Marche, Veneto e Friuli Venezia Giulia i suoi massimi centri di eccellenza;
l’indotto derivante dall’uso turistico della barca generava un contributo al prodotto interno lordo che, sempre secondo il Censis, nel 2009 si aggirava sui 4,55 miliardi di euro e oggi, a causa della crisi, ma anche di politiche recessive, vale 1,5 miliardi di euro (Osservatorio nautico nazionale);
il turismo nautico dà lavoro a circa 85.000 persone (Ufficio studi UCINA Confindustria nautica);
la spesa media del diportista sul territorio è circa il doppio di quella effettuata dal turista cittadino (Osservatorio nautico nazionale);
secondo il Censis ogni 3,8 imbarcazioni si genera un posto di lavoro in attività turistiche e nei servizi: una marina turistica genera complessivamente novanta posti di lavoro, di cui 12 direttamente alle dipendenze del porto, 55 occupati in attività inserite nell’area portuale e 23 occupati nel territorio (Osservatorio nautica nazionale);
basti pensare alla posizione centrale del nostro Paese nel bacino mediterraneo, agli oltre 7.500 chilometri di coste marine, alla bellezza dei mari e l’unicità dell’offerta turistica, culturale e naturalistica, per comprendere che il nostro Paese può esercitare un ruolo di assoluto protagonista per uno sviluppo ulteriore della nautica da diporto; ciò però non è avvenuto, sia per un erroneo approccio culturale, che ha portato a considerare la nautica questione di una ristretta élite, sia, da ultimo, per interventi legislativi di precedenti Governi che hanno provocato la fuoriuscita dal nostro Paese di circa 40.000 barche, ma, soprattutto, hanno scoraggiato l’arrivo di diportisti esteri, facendo la «fortuna» dei diretti competitor quali Francia, Croazia, Grecia e Turchia;
è necessario intervenire per invertire questo trend, anche in considerazione del significativo impatto che ha la nautica da diporto nell’economia del Paese;
un segnale in controtendenza rispetto al passato è arrivato con la legge di stabilità 2015, che ha riconosciuto i cosiddetti «Marina resort» (le porzioni dei porti turistici destinate all’ormeggio a breve per il pernotto a bordo) equiparandoli alle strutture turistiche all’aria aperta, rendendo applicabile l’IVA turistica al 10 per cento (gli ormeggi a medio e lungo termine e tutte le attività connesse, manutenzione, refitting, ricovero, alaggio e varo, ecc. continuano invece a scontare l’aliquota ordinaria) e che con la Legge di Stabilità 2016 verrà resa strutturale;
un ulteriore segnale importante è arrivato con il progetto cosiddetto «Signa Maris» promosso dall’Organismo intermedio POIn Turismo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo attraverso i fondi del programma «Attrattori culturali, naturali e turismo» Linea II.2.1 risorse FESR 2007/2013;
il progetto, partendo dall’assunto che ogni porto è «porta d’accesso al territorio», mira a creare interconnessione tra patrimonio culturale italiano e mondo diportistico, andando a valorizzare e promuovere le bellezze uniche del territorio come plus dell’offerta di turismo nautico che il nostro Paese può mettere in campo: questo in quanto la promozione del sistema turistico integrato «mare-terra» e la rete della portualità da diporto, sono elementi che, per la loro unicità, possono rendere vincenti i territori italiani sui mercati internazionali;
«Signa Maris», in questo primo step, ha coinvolto 38 porti delle quattro regioni convergenza (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) rappresentando una best practiceche dal Sud Italia può essere sviluppata sull’intero territorio nazionale;
il progetto, seppur operativo da solo 5 mesi, ha ottenuto grande attenzione sia dal mondo della nautica e del turismo sia dai media nazionali ed internazionali, ma, soprattutto, è stato apprezzato da diportisti internazionali per la facilità di approcci all’offerta turistica italiana che offre anche grazie alla declinazione del sito in 5 lingue e alla presenza costantemente aggiornata nei contenuti sui principali social: la relativa «APP» è stata concepita offline proprio per consentirne l’uso anche in mare in assenza di campo; successivamente il progetto è stato implementato con la declinazione di nuovi itinerari che vedono come porta di accesso 4 aeroporti regionali minori;
i fondi del programma «attrattori culturali, naturali e turismo» linea II.2.1 risorse FESR 2007/2013 con i quali è stato realizzato il progetto scadono nel mese di dicembre 2015;
appare fondamentale non interrompere il progetto, pena il vanificarsi delle attività e delle risorse sin qui impegnate e la perdita totale degli effetti positivi dell’azione di marketing e di promozione sviluppati,

impegnano il Governo

a individuare risorse aggiuntive che permettano di completare il progetto cosiddetto «Signa Maris» ed estenderlo a tutto il territorio nazionale.

(8-00164) « Arlotti, Fragomeli, Benamati, Tullo, Montroni, Camani, Vico, Cani, Martella, Moretto, Impegno, Basso, Donati, Bargero, Senaldi, Bini, Crivellari».

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