REDDITO INCLUSIONE. Con l’approvazione della legge delega sulle norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali, collegata alla legge di stabilità 2016, è stato introdotto il reddito di inclusione, una misura che coinvolgerà 400 mila famiglie con minori e circa un milione e 700 mila persone, basata sia su trattamenti economici sia sull’azione della rete dei servizi sociali.
Si compone quindi di un trasferimento economico subordinato all’accettazione da parte dei destinatari di un progetto personalizzato che deve prevedere alcuni obblighi (ricerca impiego, formazione, frequenza scolastica per i minori). Ed è proprio questo il punto principale su cui il reddito d'inclusione differisce dal “Reddito di cittadinanza” proposto dai Cinque Stelle. Una proposta, quest'ultima, con una visione puramente assistenzialistica, incline a far scattare la cosiddetta “trappola della povertà”, vale a dire la maggior convenienza per le persone a ricevere il sussidio piuttosto che attivarsi alla ricerca di un lavoro.
LAVORO AUTONOMO E AGILE. La Camera ha approvato, in seconda lettura, il disegno di legge del Governo “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato". La nuova legge porta molte importanti novità per oltre 2 milioni di partite Iva e collaboratori.
Si tratta di un impegno mantenuto verso un mondo spesso trascurato ma che sempre più rappresenta una risorsa vitale per il Paese: professionisti, giovani talentuosi, lavoratori maturi che cercano una strada fuori dal rapporto subordinato, mamme che necessitano di flessibilità e che non vogliono rinunciare alla loro indipendenza economica.
In materia fiscale si va dall'applicazione delle garanzie sui termini di pagamento con interessi di mora alla deducibilità totale delle spese sostenute fino a 10mila euro per corsi di formazione e aggiornamento professionale, master e convegni. Dal punto di vista socio-assistenziale sono previsti, tra le altre cose, l'entrata in vigore strutturale dell'indennità di disoccupazione Dis Coll per i collaboratori che sarà finanziata con un’aliquota contributiva dello 0,5%; l’estensione agli iscritti alla gestione separata Inps della tutela relativa alla maternità, agli assegni al nucleo familiare e alla malattia in caso di degenza ospedaliera.
PROTEZIONE CIVILE. La Camera ha approvato in via definitiva la legge delega per il riordino del sistema di Protezione Civile. Università, Enti di ricerca e professionisti parteciperanno alle attività di prevenzione e pianificazione della gestione delle emergenze. I finanziamenti seguiranno procedure standard, senza aspettare misure dell’ultimo momento nelle leggi di stabilità. I risarcimenti e i contributi a favore delle popolazioni colpite da calamità non saranno più trattati con provvedimenti ad hoc, che rischiano di creare disparità di trattamento tra i territori, ma saranno fissati con una norma unica e poi applicati ai vari casi. In un Paese molto fragile sotto il profilo geologico come l’Italia che negli ultimi ha vissuto frequenti eventi calamitosi era più che doveroso riordinare il sistema della Protezione Civile, protagonista indiscusso dell’organizzazione del primo soccorso e delle successive ricostruzioni.
MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI. Dopo un lungo iter durato due anni, la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva, a larghissima maggioranza, la legge sulle misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati.
Con questo dispositivo, l’Italia è il primo paese in Europa ad avere una legge di questo tenore che rappresenta un passo avanti fondamentale per l'affermazione del diritto alla tutela dell'infanzia, riconoscendo il minore come minore e non come straniero. Una legge quanto mai necessaria, considerati i numeri raggiunti dal fenomeno: nel corso del 2016 sono approdati sulle coste italiane 25.846 minori stranieri non accompagnati, il 14,2% dei migranti sbarcati, molti dei quali sono vittime di tratta, oppure spariscono, o ancora divengono vittime di sfruttamento in Europa. La legge stabilisce che i MSNA siano accolti nel sistema SPRAR, garantendo ai Comuni che vi aderiscono maggiore sostegno, anche in termini finanziari, e la possibilità di avere un periodo pluriennale nel quale poter pianificare il proprio intervento. Tra le varie misure, la possibilità di affidamento familiare in alternativa al ricovero in strutture di accoglienza e l’introduzione della figura del tutore volontario.
DECRETO IMMIGRAZIONE. L’Aula ha dato il via libera al decreto Minniti sull'immigrazione, convertendo in legge il pacchetto organico di misure che mira a snellire i tempi dei procedimenti in materia di protezione internazionale nonché a contrastare l’immigrazione illegale. Con il decreto si accelerano, in modo significativo, i tempi per ottenere l’accertamento dello status di rifugiato; si promuovono, su proposta dei Prefetti, i lavori di pubblica utilità per i richiedenti asilo; si migliora la gestione informatica dei procedimenti amministrativi sugli ingressi e i soggiorni irregolari e si amplifica la condivisione delle informazioni relative a ogni straniero. La filosofia che sta alla base di questo provvedimento è quella di coniugare accoglienza con il rispetto delle regole. Rifiuto le critiche di coloro che etichettano il provvedimento come duro e lesivo di diritti. È proprio il rispetto delle regole la prima garanzia di uguali diritti per tutti. Accogliere rimane per me un valore ma perdersi in procedure e cavilli burocratici che si prestano a inefficienze e lungaggini non facilita la vita di chi scappa da guerre e persecuzioni.
Sempre su questo tema, ho sottoscritto, assieme ai colleghi Crivellari e Narduolo, un’interrogazione sui due hub di Bagnoli e Cona. Il testo solleva la necessità di un’accelerazione nell’applicazione dell’accoglienza diffusa e chiede misure straordinarie e urgenti per favorire lo svuotamento di questi due centri.
MOZIONE LISTE D'ATTESA. La Camera ha approvato una mozione sulle liste d’attesa del sistema sanitario nazionale che impegna il Governo ad approvare, in tempi brevi e certi, il nuovo Piano nazionale per il governo dei tempi d'attesa; ad attivarsi, in accordo con le Regioni, affinché in ciascuna di esse venga previsto un tavolo di monitoraggio che si occupi, tra le altre cose, del controllo del rispetto dei livelli essenziali di assistenza e della riduzione dei tempi di attesa e a predisporre uno studio volto a mettere in evidenza il rapporto tra il numero dei dirigenti che svolgono attività libero-professionali e le liste di attesa in quella specifica azienda e nelle specialità a più alta densità di attività libero-professionali. La qualità della sanità pubblica si misura anche nella capacità di dare servizi in tempi adeguati e spesso l'attesa può compromettere l'efficacia delle cure e contribuisce a ridurre nel malato e nella sua famiglia la fiducia nel servizio pubblico.