Carissimo/a reader,
oggi la Camera ha dato il via libera al Decreto Liquidità. Gli obiettivi di questo Decreto dovevano essere quelli di far arrivare rapidamente, facilmente e a costi ridotti iniezioni di credito alle imprese che, per l’emergenza sanitaria, sono state costrette a chiudere o che hanno continuato a lavorare ma con enormi difficoltà quotidiane.
Nell'avviare l’esame di questo provvedimento erano evidenti le storture nella sua applicazione. La rapidità richiesta dalle imprese si è scontrata con procedure troppo complicate e con la reticenza di alcune filiali bancarie. Finora la liquidità è stata garantita solo marginalmente.
In questo scenario abbiamo iniziato i lavori parlamentari e Italia Viva ha voluto individuare alcune prioritarie modifiche per semplificare le procedure, migliorare le condizioni del credito erogato e ampliare la platea di coloro che possono accedere alle garanzie statali. Abbiamo chiesto e ottenuto che nella richiesta di finanziamento semplici autodichiarazioni sostituissero chili di documenti e certificati. Abbiamo proposto che sull’impresa richiedente non ricadesse il peso di formalità e della burocrazia ma la responsabilità di ciò che dichiara.
Grazie a dei miei emendamenti, sono stati poi aumentati da 25 a 30mila euro i prestiti con procedura semplificata garantiti al 100% dallo Stato ed è stato rafforzato il patrimonio dei Cofidi, che rappresentano l’ossatura di un sistema che assicura credito alle imprese, soprattutto quelle più piccole, che in questa crisi hanno patito più di altre gli effetti del lockdown.
Nel Dl Liquidità, sempre grazie a un mio emendamento, è stata sanata anche una profonda ingiustizia che penalizzava i pescatori. Sono state infatti semplificate e velocizzate le procedure di liquidazione degli aiuti per le giornate di arresto temporaneo obbligatorio, fermi dal 2017. Oggi chi lavora ci chiede di fare presto, di non sprecare risorse in mille rivoli, di sostenere chi resiste, di dare speranza e fiducia nel futuro. Ci chiede di scegliere quali sono gli asset strategici del nostro sistema economico e di pensare per ciascuno di essi a nuovi strumenti in una nuova normalità. Facciamolo.
Al sistema bancario non va sollecitato un atto d’amore ma una piena assunzione di responsabilità quale partner dello Stato e delle imprese in una situazione così difficile. E il Governo, dopo aver messo sul tavolo la liquidità, deve fare la sua parte per garantire la ripresa del mercato attraverso l'attivazione di nuovi cantieri.
Il Piano Shock che come Italia Viva abbiamo proposto è questo: lavoro, anche per i più piccoli, sviluppo del Paese e crescita economica.
Ti lascio al video del mio intervento di oggi in Aula.
Buona lettura
Sara