Carissimo/a reader,
la prossima settimana riprenderanno, dopo la pausa estiva, le attività in Aula e nelle Commissioni. Mi auguro che il Parlamento inizi a esaminare le proposte di questo Governo, se ne ha, per la crescita del nostro Paese. Da troppo tempo Lega e Cinque Stelle fanno solo propaganda a spese dei cittadini. I fatti di cronaca di questi mesi, dal terribile crollo del Ponte Morandi al caso della nave Diciotti, hanno alimentato il dibattito politico e i toni e le espressioni che sono state usate hanno alzato moltissimo il livello dello scontro.
Nei fatti, a parte l’approvazione del Decreto Di Maio, i cui effetti sulla (dis)occupazione li misureremo tra qualche mese con numeri alla mano, e un provvedimento sul Tribunale di Bari che ha incartato la situazione della sede del palazzo di Giustizia confermando la bontà dell’azione di opposizione fatta dal Pd in Aula, questo Governo è latitante. Tanti annunci, tante dichiarazioni, peraltro contrastanti tra i vari membri dell’Esecutivo, tante promesse, tante minacce all’Europa e alla Magistratura.
Ora si apre la sfida vera, quella della Legge di Bilancio. Mentre l’economia rallenta e il mercato del lavoro sta dando i primi segnali di rallentamento, al Governo spetta il compito di definire la manovra finanziaria. Si vogliono tagliare le accise sui carburanti, si vuole introdurre una flat tax che agevola i ricchi a danno dei poveri, si vuole anticipare l’età pensionabile, si vuole dare il reddito di cittadinanza. Tutto questo con quali risorse? Il taglio agli sprechi, pur condivisibile e auspicabile, non basterà. E non basterà neppure eliminare il Bonus degli 80 euro o scippare ai Comuni i soldi del bando Periferie. Serve una politica economica che non faccia ulteriore debito da caricare sulle spalle delle generazioni future, che creda nelle grandi opere e negli investimenti e che non butti quanto di buono fatto dal precedente Governo solo per una cieca volontà di distinguersi a prescindere. Serve insomma responsabilità. Quella responsabilità, anche nelle dichiarazioni, che finora non abbiamo visto. Basta dire “e allora il Pd?”. È arrivato il momento di archiviare la campagna elettorale e iniziare a lavorare davvero per il bene degli italiani.
Buona lettura,
Sara